Sono abbastanza stupito che l'autore del fumetto si sia polarizzato (nel suo intervento) solo sul lato finanziario (disavanzo massimo, inflazione...), istituzionale, e non abbia considerato direttamente la pressione sociale sui salari e le condizioni di lavoro causate da disoccupazione? In una fase di crisi sistemica, stabilire pressioni di questo tipo equivale ad aumentare la differenza di potenziale tra ricchi e poveri, e quindi a rimediare parzialmente e temporaneamente alle sue conseguenze (vi ricordo che in uno stato di equilibrio (che costituisce il assurdo assunto di base degli economisti) non succede nulla...).
Osservazione più generale: questo tipo di discorso a sinistra, peraltro simpatico, illustra perfettamente l'ambivalenza storica di questo posizionamento e ne mette in luce i ricorrenti fallimenti. In effetti, quali argomenti migliori per giustificare paradossalmente coloro che sono designati come suoi avversari se non affidarsi alle stesse categorie che costituiscono il lato immanente del sistema? L'osservazione fatta da
ABC à
humus* lo illustra perfettamente: è impossibile attaccare un sistema dall'interno, seguendone la logica fingendo di sfuggirvi. È un approccio incoerente che spiega facilmente la morte, a lungo registrata, del pensiero di sinistra per non aver saputo definirsi altro che come immagine speculare capovolta del non pensiero di destra. La destra non pensa, ma quindi rimane coerente, per così dire...
Un'altra osservazione: la diminuzione del lavoro umano potenziale (espressione che non equivale al concetto di disoccupazione) è strutturale, a causa di un aumento della produttività che non è più correlato con le possibilità di un aumento proporzionale del suo flusso.
* Entrambi hanno ragione, ognuno nella sua "categoria".
Come titolo, propongo: "
C'è un'altra vita possibile al di fuori di TINA??"