Janic, Lei scrive:
Certamente, potrebbe non essere totalmente responsabile dei problemi climatici, ma poi li aggrava seriamente.
Nessuno ha mai pensato che l'influenza umana fosse l'unica causa, ma solo che potesse essere sovrapposta alle variazioni naturali in modo tale da spezzare un equilibrio (fluttuante) modificando un importante fattore climatico. È facile immaginare che una piccola differenza nella concentrazione di un gas nell'atmosfera possa esercitare un forte effetto leva, nella misura in cui svolge un ruolo nell'equilibrio termico della Terra. Meno di un brutale riscaldamento, è in gioco un aumento significativo dell'intensità degli eventi climatici e meteorologici a causa di questo aumento dell'alimentazione della macchina termodinamica.
La mia posizione è nota, lo ricordo però: su RC o DR, come si vuole, non ho certezza scientifica, ritengo solo che anche il negazionismo in materia vada nella direzione del "business as usual" per screditare il lavoro dell'IPCC (è solo per pensare a questo povero
allegro !). Ma ciò che mi preoccupa di più è che è necessario che questa minaccia intervenga in modo che avvenga un interrogatorio sui nostri modi di operare, che, secondo me, rivela una profonda ambiguità dell'approccio ambientalista. (Purtroppo qui non possiamo parlare di un approccio ecologico) che è sensibile solo a ciò che può disturbare una visione concordata di un certo conforto precedente.
Credo che un atteggiamento giudizioso sarebbe astenersi dal giudicare su un dibattito scientifico che ci supera,
da avremmo tutto e tutti da guadagnare assumendo
metodologicamente questo cambiamento climatico per ragioni che non hanno nulla a che fare con il clima.
Sfortunatamente, la crisi del capitalismo, come sistema mondiale (se fosse circoscritta [supposizione assurda!], Sarebbe trascurabile) implica un'accelerazione della distruzione delle condizioni di vita sulla terra, o per esprimerlo altrimenti, un massimizzare i flussi di valori astratti dissipando energia ...