Ahmed ha scritto: Non sono neanche questi oratori quando dichiarano che la Cina sarebbe in crisi adolescenziale: la mia opinione è che questo paese abbia attraversato ad alta velocità la lenta evoluzione dei paesi europei ed è in uno stato vicino a questi quanto all'accumulo di contraddizioni interne e al ristagno del saggio di profitto.
Completamente d'accordo, la Cina ha semplicemente beneficiato dei mezzi tecnici contemporanei per passare dal feudalesimo all'era industriale attraverso la fase comunista.
La Cina è come la pecora clonata
bambola, sebbene giovane (parlo ovviamente dell'entità economica e non storica) questa invecchia prematuramente e rischia di scomparire anche prima dei suoi modelli americano-europei.
Ho notato, nei "rimedi", la necessità di rilanciare la demografia nei nostri vecchi paesi: sarebbe prima di tutto un ulteriore onere immediato e poi, a lungo termine, amplificherebbe il problema ...
Il rilancio del tasso di natalità ha poco senso, dato che il rapporto familiare è la conseguenza dei processi culturali stessi indotti dalla dissipazione di energia: in genere le famiglie in
K vale a dire piccola progenie ma con un'aspettativa di vita elevata e un forte accesso all'istruzione.
L'invecchiamento della popolazione in Francia non è preoccupante, è un giusto ritorno del
baby boom, tutto ciò dovrebbe riequilibrarsi nei prossimi decenni.
Un altro punto fondamentale: l'invecchiamento della popolazione e il possibile non rinnovamento delle popolazioni (come in Giappone) è solo un problema per gli economisti.
Dovrebbe essere chiaro che l'uso del tasso di natalità o dell'immigrazione ha un solo scopo:
produrre futuri consumatori.Ebbene, un Giappone con 80 milioni di abitanti invece di 126 milioni mi sembra che vada piuttosto nella direzione giusta per gli "altri osservatori" (la fauna e la flora intendo).
"L'ingegneria a volte consiste nel sapere quando fermarsi" Charles De Gaulle.