humus ha scritto:Non sempre ce ne rendiamo conto, ma la transizione energetica che dobbiamo operare per fronteggiare l'emergenza ecologica, richiede nella maggior parte degli scenari un cambiamento della società. Perché l'energia è al centro delle nostre vite, così onnipresente che non ce ne rendiamo nemmeno più conto, fino a quando i suoi prezzi non salgono o non abbiamo più accesso ad essa.
Quale progetto sociale vogliamo dunque per la nostra transizione energetica? Possiamo immaginare un futuro senza nucleare? E come fare questa transizione verso un futuro più sobrio? Risponderemo a tutte queste domande con Yves Marignac, portavoce di Négawatt per questa nuova intervista di Blast sul nostro futuro energetico.
https://www.youtube.com/watch?v=tXnnjAu0L9I
Non so se è già stato detto, in questo caso mi scuso, ma il titolo del tuo thread soffre di problemi di semantica e/o sintassi pur non individuando correttamente le cause che sarebbero alla base per avere una visione 3D. e domande... insomma è messa male! Suggerisce che avremmo una scelta (che ci piaccia o no) ”
per fare la transizione ecologica senza il nucleare" ...oro:
1) Andrebbe bene se questa fonte di energia fosse nuova, ma è onnipresente dagli anni Sessanta...
2) è quindi, "così com'è" già nulla è possibile farne a meno ...
3) e quindi la risposta è: “
NO, non è possibile fare la transizione ecologica senza il nucleare”(Ma andiamo oltre)
4) perché, per questo, siamo già da tempo in questo “
transizione”Che è iniziata prima del PIC OIL, e che vede l'emergere di veicoli con altre modalità di propulsione rispetto ai motori termici. (In particolare: ibridi, elettrici, a gas, etanolo, idrogeno... E quindi il nucleare c'entra..
5) perché l'energia per la sovranità degli Stati è un dato centrale e cruciale - ecco perché (sempre senza sforzarsi) questo settore e quello dei trasporti sono settori strategici in materia militare e sono legati agli stati maggiori degli eserciti - in tempo di guerra è necessario fornire energia all'esercito e proteggere le popolazioni da ogni relativo ricatto, purché sia necessario riscaldare gli edifici in inverno, fornire frigoriferi e piastre elettriche, ecc.)
6) improvvisamente abbiamo l'arredamento che è impostato e che va al di là di ogni accenno di scelta o non scelta in sottofondo poiché direi che va oltre la ricerca di questi, rendendo impossibile come sono i bei principi filosofici o sociali (che dipendono ancora troppo dal settore energetico per raggiungere lo stadio di emancipazione o qualsiasi forma di ideale da cui in ultima analisi dipendono, potrebbe realizzarsi solo se il problema viene risolto a monte, ovvero l'equazione: valori astratti/debito/ energia, poiché “
economia che si fonde con l'energia”, Questo duo è esso stesso un vettore di guerre in primo luogo, se non viene risolto.
Quindi non è:
- “Quindi, quale progetto sociale vogliamo per la nostra transizione energetica“?Ma piuttosto:
- "Avremmo la capacità di cambiare il paradigma della società attuale prima di effettuare la transizione energetica"?
Poiché ciò consisterebbe nell'uscire dal cerchio dei profitti basati sul determinismo energetico, nell'uscire da “
dipendenza ultramilitare“Legato alle energie e”
sicurezza dell'approvvigionamento cara ai tattici“Che ci viene imposto attraverso questo/i, di muoverci verso un circolo/i più virtuoso/i che darà poi (in)t il lusso di poter pensare di fare la transizione energetica dei vostri desideri“ [/i]
Non possiamo mettere il carro davanti ai buoi lo stesso...