Quando ascoltiamo le canzoni degli esordi di alcuni interpreti piccoli o sconosciuti, nello stesso stile di quelli di quelli che sono diventati famosi, ci chiediamo cosa abbia fatto la differenza.
Esempio, Maurice Dulac, non avrebbe potuto fare un Philippe Lavil? "I Bambù" dal primo valgono "batte sul bambù"della seconda:
E Valérie Lagrange, non certo una sconosciuta, ma non avrebbe potuto avere una carriera migliore, à la Marie Laforêt? Il suo umoristico "Half Angel, Half Beast" è nel tono di "sono pazzo di te"della seconda.
Di Jean-Claude Annoux, ho conservato solo una canzone "les jeunes loups" (un testo niente male, a parte la frase finale stupidamente magniloquente). Non siamo lontani da Michel Delpech in "Marianne"
Dai, un ultimo per rispettare la parità tra uomini e donne. Marie (piuttosto breve, appunto Marie-France Dufour) tiene, con "Souviens-toi de moi", il paragone con Sylvie Vartan, per esempio. nella sua versione francese di "gira, gira, gira".
Potrei avere l'inizio di una risposta. Le voci sono piene, non tutte dello stesso livello ma non è questo che fa la differenza. Piuttosto, è la scelta delle canzoni. Ci sono quelli che si compongono o sanno bussare alle buone porte di compositori e parolieri, e altri, in cui l'opera buona sarà stata l'incidente.