da Did67 » 18/04/20, 08:22
Scopro - in generale, arrivo all'econologia tramite messaggi di avviso nella mia casella di posta; così direttamente sui miei soliti figli, senza passare attraverso la casella di partenza ...
Mi sembra ci sia un aspetto agronomico molto interessante in questa idea di progetto: sostituire un semi-rifiuto (compost), un autentico recupero agronomico totale dei rifiuti (individuali o collettivi) [in altre parole: nutrire un suolo vivo con biomasse con cui nutriamo "segaioli" che producono calore senza valore in un mucchio - questo è il compostaggio].
Anche se il compostaggio è stato un passo avanti nel "trattamento" dei rifiuti organici, rispetto al collocamento in discarica o al basso recupero mediante combustione, l'impatto positivo degli input di materia organica fresca non compostata su un sistema di orticoltura è oggi ovvio ... io non sono "autonomista" - lo sa chi mi legge altrove -, ma al contrario, non bisogna escludere iniziative che possano andare nella direzione di cortocircuiti - anche brevissimi -: ortaggi - scarti - ortaggi ...
Quindi per me, agronomicamente, la domanda è: per quanto tempo le nostre società potranno permettersi il lusso di mandare nell'aria la maggior parte dell'energia contenuta in una biomassa chiamata a torto "rifiuto". chiamiamolo meglio "ottimo alimento per organismi capaci di lavorare la terra per noi e nutrire i nostri ortaggi" ???
In seguito, come in ogni progetto che non sia "classico", tutto resta da immaginare, da valutare. Compresa la natura e le quantità di biomassa. Compreso come convincere un vasto pubblico a iscriversi, per garantire uno smistamento di qualità. Compreso "chi fa cosa?". Compreso, alla fine: "chi paga cosa?" ...
Essendo un ex membro di una ONG francese, sono ancora stupito fino a che punto troviamo (beh, abbiamo trovato!) Normale che LA soluzione alla carestia nel Sahel fosse l'introduzione di "perimetri di orticoltura" (ce ne sono stati alcuni progetti, e appelli per donazioni e energie mobilitate!), che è tutt'altro che semplice in condizioni locali, e in che misura, con noi, un piccolo progetto, con tutti i mezzi che abbiamo e il livello di l'istruzione, sembra problematica. Al punto da sembrare "impossibile".
"Non sapevano che fosse impossibile, quindi l'hanno fatto!" (Mark Twain). Questo è nel mio powerpoint e in tutte le mie conferenze ...
Ovviamente appoggio questa riflessione. Non necessariamente sempre qui pubblicamente, date alcune reazioni (importazioni di "dibattiti" da altrove - ho messo tra virgolette: a volte argomenti di adolescenti mal rifiniti che mi stancano o battaglie di ego).
Per caso sono stato consultato su due o tre progetti "della stessa natura": un sindaco che vorrebbe fare di meglio di un semplice giardino comune (situato per caso vicino a un centro di raccolta dei rifiuti), un gruppo di cittadini che 'domande in vena del post-Covid ... Mi diletta.
Perché mi sembra un'ottima alternativa alle torte di crema come "urban farm" farcite con LED e alimentate con soluzioni idroponiche - un vicolo cieco in cui gli eserciti di ciechi andranno in frantumi!
0 x