Lei non si sbaglia. La sua lotta è davvero il terrorismo. Solo il terrore potrà far seguire la sua ideologia ecofascista in nome di una natura divinizzata, e lei lo sa, così come tutti i fondamentalisti ambientalisti.
C'è qui un completo errore di valutazione in questo qualificatore di ecoterrorismo: se così fosse, le opinioni di questo attivista rimarrebbero confinate in una cerchia ristretta, che non viene osservata, anzi. Il fatto che sia diventata un'icona è dovuto principalmente al fatto che i media e coloro che li finanziano le porgono compiaciuti i loro microfoni e che le istituzioni governative o ufficiali non esitano a fornirle tutti i mezzi necessari per essere ascoltata il più ampiamente possibile possibile. È quindi che va nella direzione dei loro interessi e che trovano anche un buon affare in termini di costi di comunicazione.
Niente di terroristico in questo, quali che siano le convinzioni* manifestate dalla signorina, ma un'ottima occasione per influenzare l'opinione pubblica a favore della "transizione ecologica", supposta per rilanciare una macchina economica affannosa che stenta a garantire il suo obiettivo. . Questo mira ad essere ottenuto grazie ad una gigantesca ristrutturazione verdastra delle infrastrutture (e quindi alla massiccia obsolescenza normativa delle varie apparecchiature attualmente esistenti). Questo obiettivo sarà tanto più facile da raggiungere (almeno nella prima fase) se l'opinione pubblica sarà favorevole o almeno indifferente, poiché ciò presuppone gravi impatti di bilancio e molteplici spiacevoli vincoli.
* Nel merito, appare in lei un conservatorismo tinto di lana; non ha detto che era un peccato che si sentisse obbligata a portare la buona parola, quando il suo posto da adolescente doveva essere la scuola per perpetuare l'attuale modello di società?